Il suono del vento, 13.00 - giornata piovosa

La pioggia. Benedizione che nutre la terra e allo stesso tempo seccatura per gli affari. Bè, quando tieni una bancarella almeno. Fortuna ha voluto che lei avesse da fare delle consegne, quindi per lo meno ha salvato la giornata. Indossa lana pesante, una tunica dal colletto alto tipicamente orientale e pantaloni, un bel color zafferano e alamari dello stesso colore. I capelli sono stati intrecciati in maniera approssimativa. Ci sono ciocche semi umide che le cascano ai lati del volto, e no... Più che darle un aspetto grazioso la rendono sommaria e sciatta, nonostante i fiori alla base della nuca, disposti sicuramente con molta più cura rispetto a come ha intrecciato gli stessi capelli. Ha tolto il mantello che ha usato per coprirsi per tutto il tragitto, il suo cavallo Doljin è nella stalla della locanda, a rifocillarsi. Ha Neul sta facendo l'ultima consegna della giornata, parlando al proprietario mentre è seduta al suo tavolo mentre beve il suo thè caldo. Bè magari abbassasse anche un po' la voce. Pudore? Lei?
- Per la sua costipazione deve fare un decotto con un cucchiaio queste erbe in una caraffa d'acqua bollente, quindi berlo durante tutta la giornata dopo averlo filtrato. Mi raccomando, un cucchiaio. O rischia di avere il problema opposto, mi creda. -
Gli dice, mentre il poveretto probabilmente si guarderà attorno imbarazzato, o le darà i suoi soldi giusto per levarsela dai piedi. In genere, quella è la risposta media della gente che le circola attorno.
E' così che riprende a bere la sua consumazione, non ha voglia di riaffrontare il tempaccio, ma sa di non poter nemmeno tardare troppo dovendo controllare che effetto ha sulle sue piante. Non si dà troppa fretta comunque, infatti Ha tempo di vedere lo strano gruppo di circensi. Non si può dire affascinata, più che altro è una macchia storta in una banale normalità. Cattura per forza interesse. Non si avvicina a loro, per ora.

Non viene colta di sorpresa quando la donna si avvicina, visto che stava guardando il gruppetto. Non dice nulla, non fa cenno alla donna di accomodarsi, insomma... Non è accomodante come potrebbe essere qualunque altra donna. La ascolta, e infine annuisce.
- Un'erborista, sì.
Le conferma tranquillamente. Se l'espressione interessata rimane intatta finchè la ragazza si avvicina, quando questa parla il suo cipiglio si fa più serio. Annuisce seria, terminando il suo tè e alzandosi immediatamente in piedi.
- Vivo e lavoro da sola, non ho garzoni che possano reperire le cose per me. Però devo vedere il vostro compagno prima di tornare al mio laboratorio per preparare qualunque cosa. La tosse e la febbre possono essere causati dall'esposizione alle intemperie, ma le macchie..
La guarda fermandosi un attimo.
- Spiegherò per strada, è importante che lo veda subito. Da quanto è in questo stato?
Domanda infine alla giovane donna con aria pratica.

Il sopraggiungere di uno dei due uomini cattura la sua attenzione, saluta la donna quindi annuendo col capo. O forse è un mezzo inchino, non è ben chiaro. Ascolta quindi la sua presentazione e il problema, cominciando a seguirlo.
- Il mio nome è Kim Ha Neul, dicevo appunto a lei.. - allude alla rossa - ..che il rossore può essere causato da tante cose, e devo vederlo prima di stabilire come intervenire.
Segue quindi l'uomo fino alla stanza, guardando infine il ragazzo sul giaciglio. Prima di entrare sente le ultime parole di lui.
- Neanche io. Dovrei visitarlo per stabilire una cura, e andare a prendere le erbe dalla mia casa, fuori dal villaggio. La febbre e la tosse potrebbero essere causate anche da qualche cosa che ha mangiato, o che ha toccato.
E quindi sospira. Un ragazzino di quindici anni. Assume un'aria decisamente scorbutica.
- Tsh.. Niente compenso, ma non azzardarti a dirlo in giro..
Borbotta, sventolandogli persino il dito sotto al naso con fare minaccioso, entrando poinella stanza quindi, e avvicinandosi al ragazzino. Cerca di utilizzare lembi della tunica per avvicinare una mano a sè ed esaminare le macchie rosse, cercando di capire se possono dipendere da un'irritazione sulla pelle per contatti con erbe, o altro.
- Hey... Riesci a parlare?
La domanda è al quindicenne sul giaciglio naturalmente. Ma anche all'uomo che l'ha accompagnata su nel caso il malato non riesca/possa rispondere.

Fa un enorme sospiro alla risposta del ragazzino, tant'è che chiude la mano destra a pugno e gliela picchia in testa. Con dolcezza, non intende maltrattarlo troppo. Nè fargli del male.
- Ahhh.... Tua madre non te l'ha mai detto che è sbagliato rubare? Lei o chiunque altro ti abbia tirato su. - Lo rimprovera, per poi continuare. - Visto che sei tanto convinto, hai cominciato col chiedere scusa agli dei per questo anzichè rassegnarti a morire e basta? Sei troppo giovane per dire delle cose del genere tu. Dovresti essere più reattivo. -
Ancora insiste con la sua solita aria scorbutica, esaminando il colorito del ragazzo, le macchie con estrema perizia. Quindi si rivolge nuovamente all'uomo.
- Finchè siamo via qualcuno dovrà tenere sotto controllo la sua temperatura, per ora deve rimanere al caldo, ma se dovesse salire ancora dovrà essere raffreddato. -
Spiega quindi all'uomo cominciando a scendere di sotto, visto che i suoi compari sono giù, così come i cavalli.
- Il colorito giallo e i rossori possono far pensare anche all'ingestione di qualche erba tossica. Vi preparerò degli impacchi lenitivi per le macchie, e una tisana per depurare l'organismo. Se dovessero funzionare la febbre andrà via da sè. Comunque vi consiglio di consultare anche un medico qualora ne abbiate la possibilità. -
Conclude la sua diagnosi, occhio e croce. Non s'azzarda a proporre trattamenti più mirati, così da evitare danni più che miglioramenti.
- Anche io ho il mio cavallo, posso fare avanti e indietro il più in fretta possibile, prendere quello che mi serve e portarvelo non appena pronto. -
Doljin è più un cavallo da lavoro che da corsa, e lo usa per trasportare i suoi prodotti andando e tornando dal mercato.

Se i capelli della donna erano scandalosi prima, ora che è inzuppata fino al midollo è anche peggio. In ogni caso, nelle sue borse ha portato le erbe di cui ha bisogno (fresche ed essiccate) e un paio di mortai, per evitare miscugli sbagliati, ordinando al bancone della locanda di mettere a bollire parecchia acqua calda prima di risalire dal ragazzino. Si è quindi messa subito all'opera, cominciando a scegliere erbe e mescolarle per creare i suoi intrugli.
- Questo che sto preparando è un miscuglio di erbe essiccate per farne un infuso, da fargli bere periodicamente, caldo. Cardi, Centella e Curcuma.- Spiega, senza interrompere il suo lavoro - Dovrebbe aiutarlo ad espellere eventuali tossine rimaste in circolazione e ridargli energia.. Questo dovrebbe bastare per una settimana, continuate a fargliela bere anche se si riprende. Due tazze di infuso al giorno, fatta al momento in modo che possa conservare tutte le sue sostanze benefiche.
Dice infine, dopo aver sminuzzato le erbe fino a dirsi soddisfatta. Controlla quindi che il sacchetto portato con sè non si sia inumidito per travasarle all'interno.
- Cercate di tenerle all'asciutto comunque.
Si raccomanda infine, prima di prendere il secondo mortaio, ma prima di mettersi all'opera aspetta che venga portata su l'acqua caldo.
- Queste sono aloe e camomilla, dovreste fare un impacco lenitivo con della stoffa pulita immersa nel decotto di queste erbe finchè non spariranno i rossori, una volta al giorno dopo averlo lasciato intiepidire. La camomilla è un fiore selvatico, se il rossore continua a presentarsi non dovreste avere problemi nel reperirla ovunque vi troviate. -
Dice, guardando infine il ragazzo steso.. Un accenno di preoccupazione addirittura si affaccia nei suoi occhi.
- In ogni caso mi pare di capire che lui senta davvero molto questa cosa della maledizione. Se riportaste le cose che ha rubato al proprio posto di certo sarà più sollevato, potrebbe persino aiutarlo a riprendersi più in fretta. Ma non ne ho idea, ve l'ho detto che per sicurezza sarebbe utile consultare un medico.
Riprende infine, tornando al tono più burbero che usa di solito.

Sta giusto finendo di preparare gli impacchi di aloe e camomilla per il ragazzo, usando una barra per sollevare la pezzuola dall'acqua bollente. E lì ascolta l'uomo entrato che parla con gli altri. Quello poi si rivolge direttamente a lei, ma il discorso si fa senza dubbio strano. E pericoloso. Lei dal canto suo, si corruccia. In sostanza lo guarda malissimo.
- Innanzitutto è signora.- Calca il tono. Lei signorina non lo è più da un pezzo, e quella cosa pare prenderla sul personale. - In secondo luogo... EHI! Quelle cose sono mie, mi servono di lavorare!
Si alza dalla postazione, cercando di salvaguardare i suoi attrezzi da mestiere. Più per il loro valore simbolico, che non per quello reale. Incattivita e non poco, si volta per l'uomo che l'ha sequestrata.
Sì il sangue le ha dato certamente alla testa, visto con che tono si rivolge all'altro, dato che è oltremodo palese che la situazione sia a suo svantaggio.
- Tu! - all'uomo coi capelli neri, quello che l'ha messa sotto chiave. - Io non preparo veleni per nessuno, mi avevate detto che eravate poveri in canna e lui l'ho aiutato giusto perchè era un ragazzino. E non mi piace vedere i ragazzini star male. Per altre cose mi dovreste pagare, e vista la vostra scortesia non penso sarò propensa a fare sconti. Ora, restituitemi le mie cose o per tutti gli Déi del Cielo trovo un modo per far avere a tutti una dissenteria tale da farvi buttar fuori le budella!
Bè, minacciare di morte da parte sua sarebbe stato ridicolo, ma insomma... Non che sia meno ridicolo adesso, ma è una minaccia concreta per lo meno. E HaNeul non pare proprio stia facendo umorismo.

Scatta rapidamente a guardare fuori, quando il vento "bussa" sulle imposte. Torna sull'uomo, col cipiglio corrucciato. Si sforza di mantenerlo, non volendo dimostrare paura. L'ha detto seriamente eh, mica minaccia a vuoto. Segue con lo sguardo, quando lui sta lì muoversi, quando salta fuori il ragazzino spalancando la finestra. In quel colpo di scena, starebbe lì per trovare un riparo, o recuperare le sue cose, ma no... Il ragazzino è più veloce e comincia a tirarsela per un braccio, mentre la guardia cittadina fa irruzione nella stanza.
- Hey... Hey...! Ci sono le mie cose là dentro! Ci lavoro io!
Dice con aria di profondo rimpianto. Non le erbe, quelle oramai colte e in avanzo non è che possano essere recuperate. Ma i mortai e le altre cose. Ci è anche abbastanza affezionata. Non si oppone comunque a lasciare la stanza. Diciamo che si guarda parecchie volte indietro.