Una volta caricati sul suo Doljin le sacche contenenti i suoi rimasugli della vendita al mercato s'è avviata verso casa sua. E' alle porte del villaggio, mentre tenendo le redini del suo cavallo lascia lentamente la relativa sicurezza di quel luogo per affrontare il tratto di strada in terra battuta che la separa da casa sua, a piedi per non gravare sulla creatura. Ha pantaloni e tunica verde addosso, con alamari e scarpette rosse, su cui è drappeggiato alla meglio un mantello di un colore indefinibile -un nero sbiadito- che ha visto giorni migliori. I capelli castani di lei sono legati in una lunga treccia abbastanza scompigliata, che porta su una spalla, e di tanto in tanto fiori sono infilati tra gli intrecci.- Per fortuna è andata bene oggi Doljin... Non vedo l'ora di arrivare a casa, ho i piedi a pezzi.Sospira, guardando in alto verso il cielo, tornando quindi a prestare attenzione alla strada.
Cosa ci si può aspettare da un tipo del genere, se non il poltrire continuo un po' dove capita capita. Non è troppo distante dalla strada, e gli alberi offrono un buon riparo per osservare i passanti, con i suoi soldi (anche se loro ancora non lo sanno ovviamente), e fili d'erba da smangiucchiare nella noia dell'attesa. Capelli arruffati, come sempre, pantaloni marroni e veste di cotone grezzo celeste, alle maniche e al termine dei pantaloni ha diverse strisce di cuoio per infilare coltelli da lancio e agganciare altre piccole cose utili del genere, una cintura con una piccola bisaccetta di cuoio attaccata ed il suo immancabilissimo bastone rosso. Avverte i passi di un cavallo, o un mulo per quanto potrebbe immaginare ad occhi chiusi, apre quindi un occhio analizzando la situazione e, nel vedere una donna da sola per strada, apre tutte e due gli occhi, ovviamente più interessato del secondo prima.Si guarda intorno, mentre si alza decidendo sul da farsi, poggiato al bastone stretto alla mano destra, valuta la situazione e fa cenno della sua presenza battendo il bastone stesso a terra, poi qualche passo avanti, mentre parla palesandosi.- Si darebbe il caso che ci sia una piccola tassa da pagare...se vuoi passare di qui naturalmente, altrimenti c'è sempre l'altro sentiero... penso. D'altronde è una donna, da sola, cosa vuoi che sia, come rubare il ginseng ad un bambino. L'aria da sbruffone divertito, qualche altro passo in avanti ed il bastone che viene messo orizzontale dietro il collo, sorretto con le braccia a poggiare pigramente all'uno e all'altro lato di fianco il capo.
I battere del bastone per terra attira la sua attenzione prima che il giovane le si avvicini, quindi guarda attentamente l'uomo che le si para davanti mentre si avvicina. Inarca entrambe le sopracciglia a quella richiesta, ma nonostante le armi di lui siano comunque in vista, la sua lingua lunga non può che avere la meglio sul buon senso, cosa prevedibile già dall'arricciarsi seccato delle sue labbra e dal fatto che le sue sopracciglia si inarchino.- Curioso, perchè faccio questa strada ogni santo giorno e nessuno mi ha mai chiesto nulla. Oh, ma magari la tassa di cui parli è un ematoma... Giusto? Replica, stringendo la mano sinistra sulle redini del suo cavallo e girandosi ad accarezzarlo, in modo che stia buono. Il tono di voce si fa più acido man mano. Scortese, poco ma sicuro, non si mostra intimorita dal tizio che le sta davanti. Torna quindi a guardare il ladro. - Com'è che ti chiami? Gli chiede quindi all'improvviso, spostando il peso del corpo da un piede all'altro. E' stanca, e il fatto di stare ferma lì impalata di certo non l'aiuta. Il tono di voce (manco servisse dirlo) è sempre quello di prima: seccato, evidentemente infastidito.
- Oh oh, e quindi abbiamo qui una cuor di leone.Afferma divertito continuando ad avvicinarsi, ma rimanendo ad un buon paio di metrate dalla giocave col cavallo. Lo sguardo che analizza la figura dal basso verso l'alto, e viceversa, schiarisce la voce a quelle "curiosità" che l'altra pone avanti cercando un qualsivoglia dialogo o scappatoia dalla situazione appena creatasi con l'intervento di quell'esterno nel sentiero. Mani a stringersi attorno l'asta del bastone, dita che si allargano e sistemano la presa su quello, mentre sgranchisce la schiena torcendo il busto un poco a destra e un poco a sinistra, usando il bastone stesso come punto fermo per le spalle e la posizione.- Cos'è, stai per caso mettendo in dubbio le mie parole? La strada ha bisogno di essere sistemata, o qualche brutto ciottolo potrebbe azzoppare il tuo caro cavallo infilandosi nello zoccolo, offro un servizio io, e chi in cambio non vorrebbe esser pagato? Ah! Ho capito, sei una di quelle persone che se avesse due soldi in più, si prenderebbe uno schiavo in casa. Questo è servizio pubblico signorina! Per il bene del paese e dei suoi abitanti.Spiega, rimane fermo sul posto, il sorriso sempre presente che va a sottolineare due fossette nelle due guance in carne dell'uomo, un tipo scaltro senz'altro, almeno nell'apparenza trasandata, gente di strada è chiaro.
Sospira profondamente, seguendo attentamente i movimenti dell'uomo.- No, sono solo una povera donna stanca che non vede l'ora di tornare a casa, a mangiare un po' di zuppa calda.Fa quindi un mezzo inchino a seguito di quelle parole, lasciando perdere il fatto che lui abbia ignorato la sua domanda. Nonostante abbia risposto ironicamente, non ha l'aria di divertirsi per niente.- Chi io? No.. Non mi permetterei mai di mettere in dubbio le parole del primo uomo capitato per strada che mi chiede dei soldi.. Chi mai lo farebbe?Fa un passo avanti, verso l'uomo quindi, tirandosi dietro il cavallo.- Senti un po', sono perfettamente in grado di badare al mio Doljin e a dove mette gli zoccoli, e no, non mi importa niente del servizio pubblico per chi non è capace di guardare dove cammina. Allo stesso modo non mi importa di dare una mano anche a persone che sono così ottuse da... uff, lasciamo perdere. Schiavi in casa non ne voglio, potessi anche permettermene. Si perde più tempo a insegnargli quello che devono fare piuttosto che fartelo da te, non sono altro che un capriccio per mostrare opulenza. Risponde in maniera molto diretta, e gesticolando con la mano libera sottolineando ogni parola che dice. Quella fiumana di parole sembra potrebbe continuare all'infinito, ma a questo punto, sbuffa profondamente e la mano va a poggiarsi sul fianco.- Non mi sembri molto malandato tu... Ma da quello che mi pare di capire sei il campione delle persone altruiste e generose, no?! Se proprio vuoi offrire un servizio potresti aiutare una povera contadinella indifesa ad arrivare sana e salva a casa, in cambio di un po' di zuppa calda, proteggendola da eventuali mentecatti mangiapane a tradimento che potrebbe incontrare lungo la strada, che potrebbero infastidirla blaterando qualche scusa assurda per qualche spicciolo. E questa contadinella magari, quando dovrà preparare un unguento per delle ferite da destinare a un uomo coi riccetti, la faccia da furbetto e un bastone, non mescolerà delle erbe potenzialmente fatali per un tragico errore. Mh? Che ne pensi?Altra fiumana di parole, dove di tanto in tanto spunta qualche sorriso sarcastico, specie quando comincia a parlare di mentecatti, ma per lo più il tono è sempre infastidito da quella che potenzialmente potrebbe essere molto più che una seccatura. Lei comunque riprende a camminare lungo il sentiero pronta ad avviarsi. Il buon senso, questo sconosciuto.
- Senti senti senti... altro che cuor di leone, qui abbiamo una vera e propria guerriera mancata della parola!Sbuffa divertito, guardandosi intorno anche un poco attonito, a dirla tutta, torna con lo sguardo sulla donna e nota l'assoluta mancanza di timore da parte dell'altra, la qual cosa gli strappa un sorriso e gli fa riflettere sul da farsi, nel prendersi un momento di silenzio, capo chino e occhi bassi a guardare i suoi piedi, e gli zoccoli del cavallo. Imbroncia le labbra, risollevando il capo e togliendosi il bastone da dietro al collo, rilassando quindi le spalle e tenendo il bastone solo con la mano destra.- Colgo una sottile minaccia nella tua proposta, ma sottile... nulla di preoccupante. Quindi, sapresti maneggiare veleni, da quello che lasci intendere comunque. Interessante. Le donne pericolose hanno sempre un loro fascino.Sghignazza, un po' a presa in giro, un po' per semplice leggerezza di sentimenti, batte il bastone a terra e alla sua proposta ribatte mercanteggiando.- Una scorta in cambio di un solo pasto caldo? Mi sembra un po' povera come offerta...Sorride, crucciando le sopracciglia in una finta espressione dispiaciuta.- Puoi offrire di meglio, mi piacciono le monete, anche le pietre intagliate, o qualsiasi cosa buona da rivendere che sia del corretto valore del servizio offerto. Poi, si sa, c'è sempre la natura.Ammicca, schioccando la lingua contro il palato. Faccia da fetente che è un piacere.
Tralascia la punzecchiatura sulla sua indole. Sa bene quello che è. Se se ne vergognasse si murerebbe in casa, o qualcuno avrebbe provveduto a farlo. Da tanto tempo. In ogni caso, superata quella schermaglia s'imbroncia anche lui, che allude alla sua allusione. Di tutta risposta solleva le spalle e scuote il capo.- Oh.. No Riccetto, no... E' davvero un'insinuazione insolente la tua! Non potrei mai fare una cosa del genere, per chi mi hai presa? Non parlavo di me. Finge indignazione, ma appunto finge. E' così finta che trasuda sarcasmo. Solleva le sopracciglia guardandolo sghignazzare, prestando poi attenzione a quanto lui aggiunge, tirando sul prezzo. - A me no, i filantropi lavorano senza farsi pagare. La mia zuppa calda è già un'offerta più che generosa direi. Qui comincia ad avvertirsi una certa differenza dal tono usato da lei in precedenza. E' leggermente più teso, non irritato o seccato. La differenza per ora è abbastanza sottile, ma tra l'indignazione (quella autentica) e l'agitazione data dall'insistenza di lui, le parole cominciano a essere più concitate. Insomma è un po' paura e un po' di più rabbia per l'indolenza di quell'uomo che maschera la sua prepotenza. Questo è il quadro clinico che Ha Neul ha affibiato a quel furfante almeno. L'ultima alternativa però la fa davvero infuriare.- Le monete mi servono per vivere, le poche pietre che ho sono un ricordo di persone care. Quanto all'ultima proposta non ti meriti nemmeno una risposta. Chiamarti animale sarebbe un'offesa per Doljin. E adesso levati. Devo tornare a casa. Il tono si fa sempre più concitato, e infine mentre gli dice di togliersi di torno riprende a camminare, cercando di lasciarsi quell'individuo alle spalle.
C'è quel lieve cambio di tono nella voce dell'altra che gli fa ben sperare una posizione di vantaggio, assottiglia lo sguardo e si volta a squadrare il cavallo, avvicinandosi abbastanza da poter accarezzargli il muso, o almeno provare a farlo.- Non merito nemmeno una risposta. Oh... certo.Sghignazza, reclinando di lato il capo nell'osservarla puntando l'interesse al poco che delle forme si può notare da vesti come le loro. Inarca un sopracciglio e arretra di qualche passo, aprendo il braccio sinistro a indicare la strada, mentre la mano destra stringe il bastone ben puntato a terra.- Posso pensarci strada facendo, forse. Magari nel frangente riesci a farmi cambiare idea e ad accettare solo un buon pasto, sono pur sempre una persona ragionevole. Non lo sai? Male male...Commenta sarcasticamente, facendole spazio per proseguire nel cammino e rimanendo di cinque/sei passi indietro rispetto a lei ed al cavallo.- Riccetto hai detto? - chiede poi, in preda ad un dubbio.
Non nega al suo cavallo la carezza, ma la cosa non le piace per niente, glielo si legge in faccia. Per il resto, non per altro che sottolineare la sua attuale posizione, si sistema il mantello durante l'occhiata di lui, guardando altrove e stringendo le briglie del suo cavallo, pronta quindi a partire quando lui le fa strada. - Non ci penso nemmeno. L'ospitalità è sempre stata la prima regola in casa mia, ma nonostante mi pianga il cuore per infrangere l'unica tradizione che mia madre è riuscita a inculcarmi nella testa, il tuo atteggiamento mi ha fatto cambiare idea. Ora, come ti ho già detto, faccio questa strada ogni santo giorno, non mi serve una scorta... Puoi tornartene a requisire tasse fasulle e scocciare qualcun'altro adesso. Risponde in tono più alto, squillante quasi. E' arrabbiata, e vuole mettere più distanza possibile tra lei e quell'uomo. Non fosse per il carico, e che quella bestia le serve per lavorare, sarebbe già montata in groppa al cavallo per partire a tutta birra.- Non mi hai detto il tuo nome, quindi ne ho inventato uno per te.Taglia corto
Ferma il passo ancora prima che quello abbia un seguito, rimanendo impressionato (più o meno) dall'asprezza delle parole della donna. Inarca un sopracciglio e mantiene sul viso un'espressione assieme dubbiosa e confusa, sul genere del "mi sono perso qualcosa". Con la mano sinistra si gratta appena la fronte, sotto i capelli un po' tendenti al riccio (eh in effetti), per poi andarle a rispondere senza schiodarsi dalla posizione.- Riccetto sì... beh si darebbe il caso che chi chiede un nome, prima si presenta e poi domanda. Ma non ricordo di aver sentito alcun nome prima della richiesta. Questo fa di te una persona daaaavvero maleducata, e lo dirò in giro, a chiunque mi chiederà "ehi chi è quella bella fanciulla?" io risponderò "quella? è una fanciulla maleducatissima, ignoratela".Sbuffa una risata, divertito dalle sue stesse parole e anche, in minima parte, dalla tensione che la ragazza presenta con quel suo ribattere infastidito nel profondo. Inspira, espira come se fosse davvero stanco di tutta la questione e si fa indietro, di lato, allargando le braccia.- E sia, se sei tanto stanca e desiderosa di andare a casa, va' e non scocciarmi più. Per inciso, hai disturbato il mio riposo, quindi comunque da parte tua sarebbe stato d'obbligo ripagarmi del disturbo, ma niente, ci ho provato in tutti i modi a farti apparire come persona per bene, evidentemente, proprio non lo sei. Va' va'.Abbassa il capo, fintamente indignato, a nascondere invece un sorriso degno del nomignolo di canaglia che si è guadagnato in paese.
Non si ferma dalla risposta di lui, quando le dice che è maleducata, e a sua volta sbuffa una risata. Bè, Jae Won arriva davvero tardi su quello. Si gira verso di lui quindi, decidendosi un po' in ritardo di fermarsi, giusto quando lui sta lì a rinfacciarle di essere la scocciatrice della situazione.- Kim Ha Neul. Ma se provi a chiedere in giro da queste parti probabilmente c'è qualcuno che mi chiama "la graziosa fanciulla fiore", pensando che non senta. E non è un complimento. Se trovi una di queste persone capirai che con te ci sono andata anche leggera. Si prende un momento per guardarlo per bene fissando la sua faccia nella sua memoria.- Ho pensato fossi uno di quelli che si vergogna troppo per chiedere qualche spicciolo per mangiare, ma evidentemente mi sono sbagliata. Non mi interessa passare come persona per bene, comunque. Io lo so quello che sono. E detto questo, si rimette in cammino.
Nel momento stesso in cui la ragazza prende a rispondere, si volta, fingendosi disinteressato con quella faccia volta a guardare tutto, fuorché lei. Mantiene il sorrisetto strafottente e la ascolta, anche se non sembra sia così, ma il fatto che ripeta il suo nome ne è la chiara prova.- Kim Ha Neul... fanciulla fiore? Graziosa.Inarca il sopracciglio non troppo convinto nel tornare a guardarla, una smorfia delle labbra che si tendono di lato in dubbio sull'affermazione prima fatta da lei a proposito del nomignolo.- Beh la gente ha evidentemente fantasia, io non ti avrei mai chiamata così, al massimo... "ragazza", non mi sembri nulla di diverso da questo, ragazza.Ammicca, per poi tornare a poggiare il bastone dietro al collo come all'inizio.- Jae Won - replica, per poi voltare le spalle e iniziare a camminare nel senso opposto a quello intrapreso prima da lei e cavalcatura al seguito.- No comunque davvero, è un bene che tu sappia quello che sei, se te lo avessi dovuto far ricordare io, temo mi avresti preso per un poco di buono, anziché apprezzare il mio altruismo, ma, fortunatamente, non ce ne sarà bisogno no? Fai attenzione...ragazza! C'è brutta gente in giro, sei stata fortunata ad incontrare me. Sì...Ridacchia, scuotendo il capo, mentre passo passo si allontana in strada.
- No, non lo è per niente. Grazioso..Borbotta tra sè, nemmeno troppo sicura del fatto che lui possa sentirla. Lo ascolta, ma non ce la fa a sorridergli in risposta. Semplicemente annuisce. Rimane per un po' a guardarlo fintanto che si presenta e comincia ad andare via. Si trattiene all'ennesima frase detta da lui, ascoltandolo. Cosa che la fa corrucciare di nuovo, segno che sta elaborando una delle sue rispostacce. Lui comunque s'incammina, ed è evidente che ha perso la sua grande occasione di rispondergli per le rime, salvo urlargliele dietro. Fortunatamente non è ancora a quei livelli, ragion per cui prosegue nuovamente per la sua strada, verso casa.
